Mental Coach e rapporto con i genitori

padre e figlioIn Italia, un atleta giovane ( nell’età adolescenziale ), per praticare sport a livelli importanti deve essere supportato, e non poco, dalla famiglia. Quello che non sempre viene fuori, è che dietro il successo di un giovane atleta non c’è solo il suo di sacrificio, ma anche quello dei genitori, che devono accompagnarlo agli allenamenti, e che organizzano le cose in modo da trovare un equilibrio tra scuola, sport e vita sociale.

Dalla mia esperienza di Mental Coach, l’impegno dei genitori con gli atleti giovani che si allenano da professionisti, è encomiabile.

Un fattore molto importante che va considerato è che, come succede a chiunque sia abituato a fare le cose ad un livello eccellente, la pressione è tanta, le aspettative pure e i momenti di crisi possono essere davvero dolorosi, e non sempre, i nostri bravi papà e mamma, sono bravi a gestire al meglio il loro stato emozionale e la comunicazione con il/la figlio/a.

Con tutti gli atleti adolescenti che seguo, da Mental Coach, costruisco con i genitori, o con almeno uno dei due, un rapporto diretto e di collaborazione. Anche perchè siamo tutti una squadra e dobbiamo tutti remare nella stessa direzione. Belle parole, ma nella pratica?

Nella pratica non è così facile. Nella pratica ci si confronta con situazioni dove una sconfitta si trasforma in una tragedia con mille ripercussioni e significati molto gravosi creati non dal giovane atleta ma dai genitori. In altri casi i genitori ripongono così tante aspettative che il livello di stress costante sugli allenamenti, sulla preparazione alle gare e sulle gare stesse è così pesante da compromettere le prestazioni del figlio. In altri casi, alcuni genitori, vorrebbero sostituirsi agli allenatori ( fortunatamente non né ho incontrato nessuno finora )

Spesso, i genitori, soffrono per una sconfitta del figlio e non riescono a essere obiettivi e non sono educati a costruire con lui un significato potenziante, un significato vincente. A volte reagiscono anche in maniera istintiva, aggredendo il figlio, convinti che il cattivo risultato possa dipendere da un suo mancato impegno o motivazione.

In questi casi, non è facile gestire al meglio le coaching con l’atleta. Sicuramente è fondamentale chiarire con i genitori i ruoli all’interno di questo Team, fatto dal protagonista, che è l’atleta, lo staff tecnico ( gli allenatori ), il mental coach, e i genitori.

Poi capitano anche delle situazioni straordinarie, genitori che approfittano del percorso di crescita del figlio (le coaching sportive con me), e mi chiedono come comportarsi, come gestire le loro emozioni e le loro aspettative e si tuffano in una vera  e propria crescita personale. Questo è il caso ideale!

Se sei un genitore di un atleta professionista e stai leggendo questo articolo, ho alcune cose da comunicarti che potrebbero aiutarti nello straordinario compito che stai compiendo:

  1. Ho stima in te. Grazie per quello che stai facendo per lo sport Italiano. Grazie a persone come te che giovani possono praticare lo sport seriamente e da protagonisti.
  2. Vivi questa fase della vita di tuo figlio con molta flessibilità. Dovrai adattarti a molte situazioni complicate e dovrai buttar giù alcuni bocconi amari.
  3. Impara a gestire al meglio il tuo stato emozionale e la tua comunicazione con tuo/a figlio/a. Farà la differenza in positivo per il vostro rapporto personale e per la sua carriera.
  4. Devi gestire il rapporto con gli insegnanti. In Italia, non sempre sono visti di buon occhio gli adolescenti che praticano uno sport da professionisti. Anche in questo caso, flessibilità e tanta tanta diplomazia

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2 COMMENTI

  1. Sono la mamma di una ragazza che ha 14 anni vorrei aiutarla nel suo percorso ho grandi dubbi piu tosto non so come comportarmi per aiutarla in un momento dificile dove ogni gara prova grande paura non so come gestire le sue emozioni grazie

    • Ciao Coty
      non sempre è facile aiutare la propria figlia nel suo percorso di crescita. A volte è necessario, fare alcune esperienze, anche se per noi genitori è davvero doloroso vedere un figlio che “soffre” o va in difficoltà. Anche solo affrontando le difficoltà con un atteggiamento produttivo si può crescere.

      Nel caso di tua figlia, per quello che mi racconti, voglio spiegarti e magari lo spiegherai tu a lei, che la paura è solo un’emozione che costruiamo noi quando non viviamo il presente ma viviamo nella proiezione di un possibile scenario futuro di insuccesso.
      Tutto il genere umano, prima di un appuntamento importante, è portato a immaginarlo prima. Se immaginiamo che le cose non andranno bene, il nostro inconscio, ci costruisce delle emozioni di “attenzione” e di “fuga”, tipo la paura e l’ansia.

      Come si fa per affrontare le sfide abbassando o eliminando proprio la paura?
      1) Immaginare di vivere l’esperienza o l’evento da protagonisti con un esito positivo
      2) Abbassare le aspettative e godersi il momento
      3) Vivere il presente, attimo per attimo, durante la gara

      mi auguro di esserti stato d’aiuto

      in bocca al lupo

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