Nii Lamptey, come sprecare un talento

Il genio è l’1 per cento ispirazione e il 99 per cento traspirazione.

L’aforisma è di dubbia origine, qualcuno la associa a Edison (uno che sudò molto!), qualcun altro a Ernest Hemingway.

Ma non vogliamo, hic et nunc, indagare sulla primogenitura. E’ altro quello che ci interessa, come la lista che andrò adesso a sottoporvi.

C’è un filo che unisce: Volodymyr Bezsonov, Diego Armando Maradona, Romulus Gabor, Geovani, Paulo Silas, Robert Prosinečki, Bismarck, Emílio Peixe, Adriano, Caio, Nicolás Olivera, Seydou Keita, Javier Saviola, Ismail Matar, Lionel Messi, Sergio Agüero, Dominic Adiyiah, Henrique, Paul Pogba.

Quale? 

 

Ci sono dei calciatori fortissimi, vedi Maradona e Messi, accanto ad altri nomi che poco o nulla dicono. Eppure questa è la lista dei migliori calciatori dei Mondiali Under 20, che si tengono ogni due anni, dal 1977 al 2013.

Perché Maradona, Messi, Saviola e Aguero hanno mantenuto le aspettative e altri no? Solo, come nel caso di Prosinečki, questione fisica (infortuni a raffica) o c’è dell’altro? C’è dell’altro.

E attiene alla sfera mentale.

Il talento non basta. 

Mai.

Per primeggiare bisogna abbinare al talento il lavoro, la tenacia, la volontà.

Certo qualcuno potrebbe anche dire che queste belle parole mal si abbinano a Maradona.
E allora gli dico di vedere come il pibe de oro si metteva in riga e in forma quando c’erano i mondiali.

Comunque, quando mi rivolgono la parola in merito al più grande spreco di talento che abbia mai visto in ambito calcistico, mi viene in mente quasi subito e quasi sempre lo stesso nome: Nii Odartey Lamptey.

La prima volta che mi imbattei in questo nome fu nell’autunno del 1990, si parlava dell’Anderlecht, e di questo giovane debuttante ad appena 16 anni che Aad de Mos definiva più forte di Van Basten alla sua età.

E de Mos allenò un giovanissimo Van Basten.

Mi appuntai mentalmente il nome, sono un fenomeno in questo.

L’anno dopo, il Ghana vinse, in Italia, il mondiale Under 17 anche grazie alle giocate di Lamptey. Bene. Ma non basta.

Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè si sbilanciò arrivando ad additare il ghanese come suo “erede naturale”. Il ruolo era quello, le movenze feline anche, ma… a 22 anni Lamptey era ormai un ex calciatore che faceva panchina in serie b nel Venezia.

Il suo curriculum è impressionante, in negativo, avendo giocato, si fa per dire, nei campionati di ben 12 differenti nazioni e 4 differenti continenti. Ha giocato, male, anche in Cina.

Verrebbe da chiedere a un mental coach: “Cosa è successo?”
E poi: “Quali azioni e quali strategie avresti messo in atto per recuperare e portare perlomeno alla normalità un simile talento?”

Questo è un post un po’ diverso dal solito, in quanto anziché di un’ascesa parla di una caduta.

Ma solo chi cade può rialzarsi, giusto?

Bene, mi rivolgo adesso a un mental coach: “Metti caso che un giorno si presenti da te un talento in disarmo (e potenzialmente disarmante) come Lamptey. Come affronteresti la situazione?”  

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