Il Mental Coach pone le domande non impone risposte!

Mental coach domandeGuidare un atleta alla vittoria, seguire un manager affinché raggiunga i suoi obiettivi o fare una coaching con una persona porta con se responsabilità importanti.

Generalmente il coachee ( colui che viene “allenato” da un coach ) ripone fiducia nel suo mental coach, e si affida. Il mental coach, quindi, ha la responsabilità di guidare secondo i valori del suo assistito e non imporgli il suo pensiero.

Spesso ho detto ad alcuni allievi:

“non esiste una risposta giusta per tutti,
esiste la domanda giusta per ognuno di noi che porta con se
una conseguente risposta produttiva”

Le domande hanno un potere straordinario! Sono il mezzo per comunicare con il nostro inconscio. Permettono di indirizzare la nostra attenzione ( focus ) e ci permettono di cambiare il nostro stato d’animo.

Anthony Robbins, importante formatore americano, ha pronunciato una delle frasi che maggiormente hanno influenzato la mia vita:

“Domande di qualità creano una vita di qualità!”

Un mental coach per diventare bravo nel suo gratificante compito di accompagnare il suo assistito verso il suo personale successo deve diventare molto bravo a formulare eccellenti domande.

Le mie migliori coaching sono state quando, solo attraverso le domande, ho aiutato la persona che avevo di fronte a far luce su una sua zona d’ombra. Io ero concentrato affinché lui trovasse la sua risposta e la sua  soluzione ai suoi problemi e la sua soluzione alle sue sfide. Quando è stato possibile, i risultati sono stati straordinari e sorprendenti.

Purtroppo, però, trovo molte persone che giocano a fare i piccoli psicologi, che pensano di conoscere la VERITA’. Fanno dei sermoni e  cosa peggiore, vogliono imporre le loro risposte come quelle giuste per tutti.

Quando ho iniziato con le coaching, nel 2000, questo errore l’ho commesso anche io, e i risultati non erano esaltanti. Poi, dopo qualche tempo, molto studio ed esperienza, ho iniziato ad utilizzare le domande in maniera produttiva e i risultati sono migliorati straordinariamente. Sia quando lavoravo ( e lavoro ) su me stesso, sia quando faccio una coaching.

Ho notato che in base alla domande che mi pongo o che pongo, riesco ad accedere ad un’area straordinariamente potente del mio cervello. In base alla qualità della domanda ottengo una risposta di qualità e a volte mi rendo conto che i colpi di genio sono arrivati grazie alla domanda giusta posta nel modo giusto.

Per completare questo post, ti voglio dare delle piccole indicazioni per porsi o porre domande produttive:

  • Eliminare dalle proprie abitudini le domande depotenzianti.
    Come ad esempio: “perchè capitano tutte a me?”, “cosa ho fatto per meritarmi questo?”
  • La domanda deve precludere una soluzione positiva. 
    “Come posso smetterla di perdere?” questa domanda ci fa concentrare sul perdere. Meglio chiedersi: “come posso iniziare a vincere?”
  • 20% del tempo a porsi domande che iniziano con il “perchè” e 80% del tempo a porsi domande che iniziano con ” come posso…” , “qual’è la …”, “cosa posso…”
  • Imparare ad utilizzare correttamente il vocabolario trasformazionale.
    Ad esempio invece che chiederci: “come faccio ad essere meno arrabbiato?” è meglio: “Come faccio ad essere più felice?”
  • Porre una domanda con la fiducia che una risposta buona arriverà.
    Quando ci si pone una domanda, si innesca un processo inconscio. Il nostro supercomputer ricerca, tra le conoscenze, le esperienze, gli studi, ecc… una risposta che possa essere pertinente alla domanda. Ma non sempre arriva all’istante. A volte questo processo necessita di liberarsi dalla spazzatura mentale. Ecco perchè a volte ci arriva la risposta quando meno l’aspettiamo.
  • Concentrarsi e sforzarsi di porsi domande precise, produttive, e potenzianti.
    Più è precisa una domanda e più sarà precisa la risposta che otterremo. Se mi chiedo: “come faccio a correre più veloce?” troverò una risposta che mi fa correre più veloce anche di un solo centesimo di secondo. Molto meglio la domanda: ” come faccio a correre i 100mt in meno di 11secondi, entro 3 mesi?

Infine ti voglio lasciare con una frase molto bella di Albert Einstein

“La cosa importante è non smettere mai di domandare. La curiosità ha il suo motivo di esistere.
Non si può fare altre che restare stupiti quando si contemplano i misteri
dell’eternità, della vita, della struttura meravigliosa della realtà.
E’ sufficiente se si cerca di comprendere soltanto un poco di questo  mistero tutti i giorni.
Non perdere mai una sacra curiosità”

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