Il linguaggio interiore del tennista!

Il tempo effettivo giocato nel tennis è pari solo a circa il 15% del match. Si! hai letto bene, di un match solo il 15% del tempo effettivo il tennista lo passa in azione, il restante 85% lo passa tra le pause.

In quell’85% un tennista può fare tanti casini ( mentali ed emozionali ) oppure può gestire al meglio i momenti e diventare solido emotivamente e mentalmente.

La differenza sta tutto nel suo linguaggio. Sia esterno che interiore. Il linguaggio, per un tennista fa la differenza tra un match giocato al meglio o un match da dimenticare. Il linguaggio permette ad un tennista di riprendersi da un momento no, come ad interrompere un momento favorevole.

Il linguaggio eclatante del tennista, cioè quando un tennista inizia a parlare con se stesso, a urlare, a sbraitare, a lamentarsi, ecc…, è solo la punta dell’Iceberg. La parte più incisiva sta nella sua testa.

La qualità del linguaggio è determinante.

Linguaggio per il tennista. La gestione dell’errore

La parte più importante del linguaggio di un tennista è la gestione dell’errore. Nel tennis esistono livelli di errore “percepiti” in maniera diversa. Esistono: Errore di gioco, errore forzato, errore non forzato, errore gratuito, errore inaccettabile.

In base a come il tennista interpreta l’errore appena fatto cambia il suo atteggiamento, il suo livello di sicurezza momentanea e il suo atteggiamento in generale.

Nell’interpretazione dell’errore i tennisti fanno la maggioranza dei casini. Non parlo solo di tennisti giovani o alle prime armi, parlo anche dei professionisti e anche dei top 20 al mondo. In Italia abbiamo un esempio lampante, il grande Fabio Fognini, che a volte resta così ancorato ad un errore o ad una situazione da perdere letteralmente la testa e la concentrazione … e ahimè per me che sono un suo tifoso perde anche il match.

La gestione ideale dell’errore è la seguente:

  1. Accettare l’errore subito ( qualsiasi sia la gravità )
  2. Risolverlo. Significa capire cosa è successo e immaginare di fare bene quel movimento
  3. Interrompere il modulo se necessario. Significa che se il tennista resta agganciato all’errore bisogna resettare lo stato emozionale e mentale.
  4. Focalizzarsi su un solo aspetto del gioco. La concentrazione selettiva permette di ritornare a vivere nel “qui ed ora” ( fondamentale per giocare al proprio meglio )

Per imparare questi 4 passi è fondamentale che un tennista segua un percorso con un mental coach.

Ma è importante che scelga un mental coach di tennis esperto!

Imparare la corretta gestione degli errori può permettere al tennista di vincere molte più partite, e può permettere di giocare il più vicino possibile al suo massimo.

Linguaggio per il tennista. Darsi carica

Il linguaggio per un tennista può servire anche a darsi la carica o a rinforzare la propria sicurezza o a ripristinare il proprio livello ottimale di attivazione psicofisica.

Questa abilità la vedo poco utilizzata. Nell’ultimo anno ho seguito diverse decine di match dal vivo tra gli atleti che seguo e guardando anche altri atleti che non conosco personalmente. Ho notato che il tennista quanto parla a se stesso ( anche solo mentalmente, io me ne accorgo dal linguaggio del corpo ) lo fa per gestire un momento no e spesso lo fa anche male.

Darsi la carica, ancorarsi a momenti buoni, dirsi anche semplicemente “bravo” o “brava” è fondamentale per giocare al meglio. Questo, ripeto, vale ad ogni livello.

Darsi la carica in uno sport così complesso emotivamente a volte può fare da spartiacque tra una prestazione buona e una prestazione deludente. Inoltre serve anche a restare agganciato al match nei momenti difficili.

Linguaggio del tennista. L’effetto “Personaggio”

Questa che sto per dirvi sta alla base di molti comportamenti incomprensibili da parte di atleti anche molto forti. Non parlo solo forti tecnicamente ma anche forti mentalmente.

Il tennista è un essere umano come tutti, con l’aggravante che ha un pubblico che alla fine di ogni scambio giudica l’accaduto ( anche solo con l’applauso o con un “hoooo”, o con un “noooo!”, ecc…) e spesso arrivano consigli da chiunque.

L’ideale è che il tennista resti concentrato su se stesso, sul match e sulla prossima palla da giocare. Ma in alcuni momenti, dove lo stato emozionale è alterato, succede che quella parolina che fino ad allora non dava fastidio, diventa “inaccettabile” e si assiste alla botta e risposta con il pubblico. Oppure, cosa molto comune, si tende a non accettare subito l’errore e a fare scenate plateali ( parlando ad alta voce verso un punto dove non c’è nessuno, rispondere in male al maestro che da un’indicazione, fino a sbattere la racchetta, ecc…).

Questo accade perchè il tennista entra, in quella che io chiamo, la “zona del giudizio“. Giudica se stesso, si sente giudicato dagli altri e percepisce come inaccettabili alcuni errori, restando agganciato ad essi. In questi casi, succede spesso che per gestire le pressioni e il “dover dimostrare” il tennista recita una parte, inizia a comportarsi in funzione del fatto che ci sono tante persone a vederlo. In quei casi diventa il suo “Personaggio”.

Un pò come se il cervello fosse sequestrato da uno stato emozionale improduttivo.

Esistono Soluzioni?

Si! una soluzione applicabile in campo esiste ed è il reset e rifocalizza” che insegno ai tennisti che seguo.

Linguaggio del tennista. Conclusioni

In poche parole, tutto questo articolo vuole trasmetterti che: Quello che ti dici e come te lo dici, mentre giochi e durante le pause incide in maniera determinante sulla tua prestazione.

Il tuo linguaggio può essere il tuo peggior avversario o un alleato fedele e potente. A te la scelta

Come imparare a gestirlo al meglio?

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