La Federazione Italiana Tennis chiude la porta al Mental Coach
Anche la FIT dopo oltre 30 anni che si parla di preparazione mentale nel tennis, si rende conto che è un aspetto fondamentale per riuscire a competere ai massimi livelli. Negli USA questo è stato capito negli anni 70-80.
Tutte le Super e Top School dovranno avere nel proprio staff uno psicologo dello sport, iscritto all’ordine, formato dalla FIT. La federazione ha istituito dei corsi di formazione per raggiungere questo obiettivo. Vuole formare dei PMT ( preparatore mentale di tennis )
Peccato che questo progetto rischia di essere fallimentare prima ancora di partire in concreto.
Se invece tu sei alla ricerca di un Mental Coach di Tennis clicca sul link
Vediamo perché questo progetto non è ben fatto:
Obiettivi della Federazione Tennis
Se l’obiettivo è quello di vendere dei corsi di formazione e fare qualche guadagno allora è stato organizzato bene, infatti il corso per PMT dura da quello che leggo nel bando 2 giorni e costa 250,00€ ( 2 giorni????? un percorso decente per diventare mental coach sportivo dura almeno 1-2 anni ).
Ma se l’obiettivo è alzare la qualità delle scuole tennis ( super e top ) inserendo nello staff professionisti preparati a formare giovani tennisti dal punto di vista emotivo e mentale, allora ho moltissime remore per come è organizzato.
- Oggi l’unica figura professionale che sta ottenendo risultati di rilievo nello sport è il Mental Coach Sportivo. Raramente laureato in psicologia ( questa laurea non forma le persone per questo ruolo ), il Mental Coach è un professionista preparato, COERENTE ( vive applicando ciò che insegna ) e spessissimo con molta esperienza sul campo.
Ecco di seguito cosa è importante fare nella preparazione mentale per il tennista
In qualche caso sporadico il Mental Coach è anche laureato in psicologia ( e a detta di colleghi Mental coach laureati in psicologia la cosa non li ha aiutati per nulla ) - Questi corsi di formazione sono tenuti da psicologi. Ma se ai corsi sono ammessi solo psicologi sono inutili le docenze di psicologi. Sarebbe più formativo e utile far fare un percorso agli iscritti dove vengono insegnate (nella pratica) tecniche di coaching sportivo tenute da Mental Coach che hanno seguito numerosi tennisti di età diversa e di livello almeno nazionale.
L’obiettivo è Vincere o è solo non avere problemi?
Il dubbio che mi viene è che la FIT ha scelto solo psicologi inscritti all’albo perchè così si può lavare la coscienza sulla selezione di persone qualificate e preparate. I rischi sono alti, lo dico per esperienza, quando si tratta con ragazzi under 18 e a volte anche under 12.
Purtroppo la laurea certifica solo che hai saputo studiare TEORICAMENTE dei libri, che non c’entrano nulla con le performance sportive. Lo dico da laureato (sono laureato in ingegneria, ma il percorso di laurea non mi ha insegnato a fare l’ingegnere), la preparazione teorica non è sufficiente quando devi lavorare in ambienti competitivi come lo sport.
Quando ti trovi davanti ad un ragazzo in serie difficoltà, bloccato emotivamente, che non riesce a fare delle cose per lui semplicissime, tutta la teoria del mondo non ti aiuterà. Se conosci tecniche per sbloccarlo praticamente e portarlo nuovamente a competere al massimo delle sue potenzialità allora riesci a fare bene il tuo lavoro. Altrimenti rimangono solo tante elucubrazioni mentali ( avrei utilizzato un altro termine ma sarebbe risultato un pizzichino volgare 😀 ) e i ragazzi non ne hanno bisogno e si sentiranno ancora peggio.
Formazione adeguata per essere un buon Mental coach nel tennis
Innanzitutto è un percorso di almeno 2 anni. Dove non solo bisogna studiare teoricamente, ma bisogna diventare COERENTI con le tecniche e le informazioni che serviranno ad aiutare i tennisti.
Per ESSERE un mental coach sportivo ho passato gli ultimi 10 anni a studiare sia nel campo della psicologia e dello sviluppo delle risorse umane sia nel campo sportivo. Ho testato su me stesso tutto quello che ho imparato, mi sono confrontato con altri miei colleghi molto preparati. Ho seguito negli ultimi 3 anni oltre 100 atleti e ho toccato circa 20 sport diversi ( ognuno dei quali l’ho studiato a fondo per aiutare i miei assistiti ). Gli atleti che ho seguito hanno vinto medaglie internazionali, tornei internazionali, numerosissime medaglie nazionali, alcuni stanno in nazionale partendo da situazioni disastrose.
E la sai una cosa… sto studiando ancora per diventare ancora più bravo e coerente con quello che insegno.
Ecco cosa accadrà nei prossimi 10 anni nel tennis
Se la FIT non alza la qualità della selezione dei PMT (Preparatore mentale di tennis ), formandoli praticamente con tecniche di coaching prestazionale, ci sarà il seguente scenario:
- Le super e top school avranno i loro PMT. Lo devono fare per forza altrimenti non hanno le stelline
- Succederanno un sacco di casini nei circoli perchè tutti i PMT che si baseranno solo sulle cose apprese all’università e in FIT non saranno preparati per formare ragazzi competitivi e ambiziosi.
- Chi invece vorrà il TOP sceglierà fuori dal circolo un mental coach (disinteressandosi se è laureato o meno ) ma preparato, con esperienza e che aiuterà davvero l’agonista ad essere preparato mentalmente ed emotivamente.
Conclusioni
Non dico che bisogna dare la possibilità ai Mental Coach Sportivi con esperienza di essere anche dei PMT, perchè sarebbe un passo troppo utile per riportare il tennis italiano a buoni livelli. Ma almeno mi auguro che la FIT crei dei percorsi formativi pratici che insegnino a questi professionisti le tecniche li coaching prestazionale. Inoltre mi auguro che i circoli li selezionino all’americana, cioè in base ai risultati ottenuti e non alle scartoffie.
Monica
Credo proprio che lei non abbia idea delle competenze dello Psicologo dello Sport e del percorso formativo per diventarlo. Le sue parole sono fuorvianti ed errate, spero siano presi provvedimenti.
Saluti, da una psicologa che ha studiato tanto sia la teoria che la pratica…
Mauro Pepe
Ciao Monica
grazie del commento!
Sto ricevendo moltissimi attacchi personali da parte di molti psicologi. Cosa ho detto di offensivo?
Perchè questo bando di partecipazione per essere PMT non è aperto a chi lavora nel settore, in base a risultati concreti e misurabili invece che in base a un foglio di carta che certifica di essere stati un bravo studente?
Quello che non sono riuscito a far capire è che io non ho nulla contro la classe degli psicologi. Penso ci siano professionisti validi e ciarlatani come in ogni gruppo professionale. Penso che bisogna dare maggiore valore alla meritocrazia e ai risultati concreti.
Quando parli di aver studiato la pratica, molto probabilmente l’avrai fatta fuori dall’università che come sai bene si basa solo su valanghe di teoria (buona parte superata dalle teorie di psicologia moderna), ti pongo la stessa domanda che ho fatto ad un tuo collega che non mi ha risposto:
“Quello che mi dispiace è che purtroppo la preparazione pratica, concreta, corredata di risultati concreti, raramente, a livello istituzionale diventa un parametro di scelta.
Esistono Mental coach preparati e bravi e mental coach impreparati come esistono psicologi preparati e psicologi impreparati.
Ormai le informazioni utili possono essere imparate da chiunque. Tutti i libri del mondo e tutte le tecniche del mondo sono alla portata di chiunque abbia accesso ad internet.
Le università italiane sono anacronistiche. Ci sono una quantità mostruosa di teoria da imparare e zero pratica. Ti chiedo, sinceramente, quante ore hai passato all’università a fare le seguenti cose:
1) Crescita personale ( concreto lavoro su te stessa per diventare un esempio come Preparatore mentale ed emotivo ).
2) Seguire sul campo uno psicologo dello sport che sta lavorando con atleti (almeno 200 ore in un anno almeno, altrimenti fai lo spettatore)
3) A testare su te stessa o sui tuoi compagni di studi le tecniche di coaching imparate
4) A studiare gli sport ( ameno una ventina ), e a praticarli, così da conoscerli concretamente”
P.S.
Cosa intendi per prendere provvedimenti? Devo essere denunciato, arrestato, picchiato? cosa mi deve succedere per aver spigato con semplicità un’operazione davvero ridicola della FIT?
Pietro Bianchini
Buonasera Mauro,
cercherò di essere più preciso possibile per evitare che una critica nel merito possa essere confusa con un attacco personale (lungi da me, visto che non la conosco).
1) quando parla di risultati non è chiaro come li misura. Performance? Benessere emotivo? Conseguimento obiettivi personali? Un buon professionista sa che per parlare di risultati quantificabili è necessario poterlì misurare “scientificamente”.
2) quando mette in discussione la laurea come strumento di valutazione e selezione di fatto mette in discussione l’intero sistema formativo. Se ne può discutere, certamente, ma mi chiedo in quanti si farebbero operare di appendicite da un chirurgo bravissimo ma, ahimè, senza laurea in medicina.
3) lo psicologo dello sport per definirsi tale ha bisogno di un percorso formativo complesso che spesso prevede tirocini e pratica. Ciò gli permette di rapportarsi al complesso sistema sportivo in modo serio e preparato. In questo caso dimostra purtroppo di conoscere il percorso formativo dello psicologo e diffonde informazioni errate, basate probabilmente sulla sua esperienza personale.
Cordiali saluti,
Pietro Bianchini
Mauro Pepe
Ciao Pietro, grazie del commento
Tra i commenti è uno di quelli che mi è piaciuto di più! Decisamente
1) I risultati per un mental coach sportivo sono le crescite dei propri atleti dal punto di vista sia prestativo ( risultati concreti ) sia dal punto di vista della preparazione alla gara ( continuità dei risultati ). Anche se non è semplicissimo ma l’unico modo per misurare sono i risultati. Ovviamente lavoro anche sul benessere personale ed emotivo ( ma questo non è oggettivamente misurabile ).
Ad esempio. Seguo una tennista da un anno e mezzo. Era già forte quando abbiamo iniziato le coaching ma dopo 18 mesi è diventata straordinaria e soprattutto mantiene un livello altissimo quando le altre crollano, non a caso ha vinto numerosi tornei internazionali e anche l’europeo u14 ( unica italiana della storia ).
Posso raccontarti di situazioni simili ( con risultati eccellenti ) nel nuoto, nel tiro a volo, nel tiro con l’arco, nel basket, nel calcio, nel kayak.
Per me questi sono i risultati
2) Bravo hai colto nel segno. Certo non si può distruggere tutto il sistema formativo, ma necessita di una rivoluzione radicale. Io sono laureato in Ingegneria e ho notato che nessun mio collega era pronto a fare l’ingegnere appena laureato e nessuno era pronto a lavorare. Solo una valanga di teoria nessuna pratica.
Oggi con internet puoi avere tutta la teoria del mondo a costi un centesimo di quanto costa l’università comodo a casa tua. Quello che le persone avrebbero bisogno è l’esperienza pratica. Ecco dove serve l’università o altri percorsi di studio, senza questa il percorso è FALLIMENTARE. Hai citato medicina. In quella facoltà si fa molta più pratica che in altre. Sicuramente un passo avanti!
3) Io collaboro con altri mental coach sportivi laureati in psicologia e a detta loro la maggioranza delle cose che utilizzano con gli atleti non l’hanno imparate all’università.
Quante ore durante il percorso di psicologia sono dedicate alla pratica? Quante ore di lavoro su se stessi viene fatto? Quante ore di affiancamento con un professionista affermato e famoso per i risultati ( non professore ) vengono fatte?
Chiudo che con internet hai tutta la teoria del mondo a portata di click senza iscriversi all’università.
Monica
Allora…il punto è che da come parla è chiaro che lei non ha idea di cosa sia in percorso formativo di uno ppsicologo dello sport e di ciò che viene insegnato nelle facoltà di psicologia. Abbiamo le basi teoriche si cui costruire competenze pratiche, tutto ciò legiferato da un Ordine. Le teorie e le competenze apprese sono tutte basate su evidenze scientifiche e su aggiornamenti continui. Inoltre, non montarlo di crescita personale, dato che la maggioranza di noi, anche se il ruolo di ps dello sport non lo richiede, siamo anche psicoterapeuti. Semplicemente lei tocca temi che non deve toccare, gli strumenti psicologici sono degli psicologi, non per “egoismo” ma per proteggere anche qui giovani atleti di cui lei è tanto preoccupato. Comunque, ad ognuno il suo punto di vista, ma attenzione a dare informazioni scorrette e denigrare una professione.
Mauro Pepe
Ciao Monica grazie per il commento
io non voglio denigrane nessuno, mi piacerebbe che venissero aperti gli occhi su un modello di valutazione più meritocratico e non solo basata su i semplici “titoli”. Sono laureato in ingegneria, ma secondo te posso fare l’ingegnere? Neanche per scherzo! Esistono geometri molto più adatti e preparati di me. Io sarei un pazzo a fare quello che a loro riesce meglio e in maniera più sicura.
Iniziamo a basare i giudizi sui risultati concreti.
Nella psicologia quando Freud iniziò a parlare di Psicoanalisi fu preso per pazzo dalla psicologia del tempo. Poi Jung si rese conto delle falle nelle sue teorie e fu considerato un pazzo perchè era contro il suo maestro.
In passato si pensava che il sole girasse intorno alla terra, poi astronomi come Keplero e Galileo dissero che la terra ruotava intorno al sole e indovina un po’ furono considerati eretici!!!
Oggi internet da la possibilità a chiunque di studiare. Qualsiasi formazione è aperta a chiunque abbia voglia di farlo. Quello che fa la differenza è la pratica ( cosa quasi inesistente nelle università italiane ).
Ornella cosenza
Certo come dire che un’assistente alla poltrona odontoiatrica possa fare la dentista perché stando vicino ad un dentista ha imparato tante cose e ha visto tanti casi…ma certo a cosa serve una laurea in medicina sprecare tempo e soldi per specializzarsi…basta stare nello studio di un dentista e si diventa dentisti… Possiamo bypassare tutte le rogne di dover fare esami di stato costose iscrizioni ad ordini professionali …e via così… Almeno però st’assistente alla poltrona vicino ad un dentista c’è stata…tu invece da uno psicologo non sei mai stato , ti sarebbe servito invece a moderare le tue manie di grandezza…sei un fuffatore distribuisci fuffa ma tanta!!!
Mauro Pepe
Ciao Ornella grazie per il commento
Ovviamente capisco che il tuo commento è solo provocatorio. Il paragone non calza per nulla. Io penso di aver letto e studiato più libri di psicologia moderna applicata allo sport di quanti ne abbia dovuto leggere un laureando in psicologia. Ovviamente la mia istruzione non si è limitata solo alla teoria ma ho fatto anche moltissima pratica. Ma per questo non mi sento migliore di nessuno.
Il mio obiettivo personale è che parlino i risultati.
Invece di attaccarmi ( a me non cambia nulla ) cerca di capire la mia posizione. Se non ci fosse chiusura si potrebbe crescere molto più velocemente e con risultati migliori. Lo sport italiano spesso non è al vertice perchè la preparazione mentale ed emotiva non viene proprio trattata.
Nel tuo percorso di studi in psicologia quanti esami hai fatto sulla psicologia sportiva? Quante decine di libri hai letto a riguardo? Quante ore di affiancamento con uno psicologo sportivo affermato e che segue atleti hai fatto?
Io non ho nulla contro i psicologi, con molti di essi collaboro e ci confrontiamo per crescere entrambi, ma contro la chiusura delle istituzioni (ad esempio la FIT)
Giucas Casella
A me gli occhi a me gli occhi
Mauro Pepe
Questo mi ha fatto troppo ridere!
Francesco, Treviso
Che uno psicologo si formi solo “sulla teoria” credo l abbia deciso lei perché le fa comodo screditare una laurea che chiaramente le farebbe più comodo avere…per formare un buon mental coach servono due anni? Uno psicologo fa 5 anni di università 1 anno di tirocinio più esame di stato. A questo aggiunga uno o due anni di master in psicologia dello sport e talvolta 4 di specializzazione in psicoterapia..anni durante i quali si fa chiaramente tirocini pratici…onestamente mi tocca poco quest articolo perché è palpabile il complesso di inferiorità che lei manifesta( e che io ad esempio non avverto ,ne viceversa mi senta supwriore rispetto ai Mental coach,dei quali
I rispetto il lavoro) o forse il livore di non poter esibire l attestato di preparatore mentale della fit…sicuramente verranno presi provvedimenti dal nostro ordine in merito a ciò che sta dicendo, nel frattempo lei può anche farci una panoramica su cosa accadrà nel tennis nei prossimi 10 anni ( paragrafo esilarante complimenti!) Si tenga le convinzioni dei suoi 2 anni di studio da Mental coach e sbandieri la laurea in ingegneria solo per far vedere che comunque “ha studiato” ..noi psicologi ci teniamo volentieri la nostra laurea.
Mauro Pepe
Grazie Francesco del commento
penso tu non abbia letto gli altri commenti e le mie risposte altrimenti non mi avresti fatto l’ennesimo attacco senza rispondere alla semplice domanda:
Quante ore di pratica hai fatto all’università?
Il mio non è un attacco agli psicologi. Ho molti amici psicologi che stimo e con i quali mi confronto per una crescita comune. Il mio attacco è rivolto alla FIT che non si è preoccupata di prendere i migliori preparatori mentali per i propri circoli. I migliori non in base a “titoli” o ad una laurea che certifica solo che si è stati bravi studenti. Ma migliori per risultati concreti, ottenuti sul campo e con atleti nazionali e internazionali!
Riflettevo con un tuo collega ( penso tu sia uno psicologo ) che oggi con tutte le informazioni a portata di mano ( di internet per la precisione ). Chiunque può imparare qualsiasi cosa teoricamente. L’unica cosa che determina le competenze vere sono l’esperienza pratica e i risultati raggiunti!
Dopo 10 anni di esperienza con atleti, manager, imprenditori, ecc… sto studiando nuove tecniche per migliorare ancora di più le mie abilità e per aiutare in maniera più efficace gli atleti a raggiungere il loro massimo. Quando incontro uno psicologo sportivo ( non innamorato del suo titolo ma focalizzato al raggiungimento dei risultati) e che ha questa predisposizione pratica troviamo sempre un modo per collaborare o almeno confrontarci!
Antonio Latella
“Il mio attacco è rivolto alla FIT che non si è preoccupata di prendere i migliori preparatori mentali per i propri circoli. I migliori non in base a “titoli” o ad una laurea che certifica solo che si è stati bravi studenti. Ma migliori per risultati concreti, ottenuti sul campo e con atleti nazionali e internazionali!”
Invece è proprio quello che ha fatto! Ha scelto i migliori.
Mauro Pepe
Ciao Antonio
non conosco i nomi di chi già è un PMT e lavora nei circoli. Mi puoi citare qualcuno?
o era solo un commento fatto solo come attacco?
A tutti ho fatto delle domande per un confronto ma nessuno finora ha risposto.
Carla
Buonasera
non ho parole, o meglio, non ne ho di educate, per esprimere il mio stupore, il mio disappunto e il fastidio che provo nel leggere, non tanto l’articolo in sè, quanto le risposte che lei dà a chi commenta, che trasudano semplicemente scarsissima conoscenza di ciò di cui argomenta, abnorme arroganza condita da preoccupante mancanza di consapevolezza dei propri limiti.
Se ne faccia una ragione, lei non sa quel che dice.
Saluti, e non mi vergogno di dire, tutt’altro che cordiali.
Mauro Pepe
Ciao Carla grazie del commento
accetto il tuo stupore e il tuo disappunto. Penso che ci stia tutto. Non capisco, comunque, perchè pensi che io sia arrogante.
Io a tutti sto chiedendo la stessa cosa e nessuno mi ha risposto. A tutti sto chiedendo quante ore di pratica si fa durante la laurea in psicologia e nessuno mi risponde, ho chiesto quante ore avete dedicato, durante la laurea, ad applicare le tecniche che imparate. Ho ricevuto solo attacchi personali e nessuno riesce a rispondere a delle semplicissime domande.
Io ho una sola certezza. Che per crescere e diventare sempre più bravo in questa professione, passerò la vita a studiare, qualsiasi cosa mi possa essere utile: dalla psicologia alla comunicazione, dalla gestione delle emozioni alla biologia.
Non mi soffermerò a studiare cose solo per avere attaccato in ufficio un titolo. Non ho nessuno delle decine di attestati attaccati ( tra quelli istituzionali e non ), non mi interessa.
Comunque mi dispiace che sia diventato una diatriba. Quello che non capite è che io non ho nulla contro gli psicologi. Penso che ce ne siano di bravi e di non bravi come in ogni categoria. Con alcuni mi confronto spesso per una crescita comune.
Il mio obiettivo era solo quello di mostrare sdegno per una gestione pessima della questione da parte della FIT
Antonio Latella
Allora, cerco di rispondere alle sue domande.
Quante ore di pratica sportiva si fanno durante il corso in psicologia? 0
Lei può dare a questa lettura la valenza che crede se non ascolta, come le hanno detto in molti la seconda parte a cui credo e spero che questa volta darà credito.
Quante ore di pratica si fanno durante un master o corso in Psicologia dello Sport? Parecchie! (ogni corso ha diverse ore di tirocinio).
Quello che si è cercato di dirle ma che lei non vuole ascoltare è che il percorso per diventare Psicologo dello Sport passa per un Master o un corso che, al pari dei suoi tanto acclamati corsi di coaching, offrono la possibilità di
1) Imparare strumenti e tecniche della Psicologia dello Sport
2) Conoscere gli ambiti di applicazione
3) Imparare, tramite un tirocinio, ad applicare tutto ciò nell’ambito sportivo.
Ora, se lei vuole continuare a guardare SOLO la laurea in Psicologia, faccia pure, ne ha tutto il diritto, però quello che le stiamo spiegando è che non è così, che la formazione è anche successiva e, mi viene da dire, più completa perchè, oltre al coaching, vengono anche introdotti tecniche e strumenti più professionali e scientifici.
Ricapitolo:
Percorso Mental coach –> Titolo di studio (Terza media, Diploma o Laurea) che NON garantisce ore di pratica sportiva –> Corso in Mental Coaching per essere formati all’utilizzo del coaching sportivo –> Mental Coach
Percorso Psicologo dello Sport –> Laurea in Psicologia e iscrizione all’albo che NON garantisce ore di pratica sportiva –> Corso in Psicologia dello sport per essere formati all’utilizzo di tecniche e strumenti validi e scientifici per lavorare nel mental trainign a 360° –> Psicologo dello Sport.
Spero che sia chiaro così almeno da poter cambiare argomentazione.
Grazie.
Mauro Pepe
Antonio FINALMENTE un commento che abbia davvero un senso e che aumenti la qualità di quello che sta scritto in questo articolo.
GRAZIE!!!
Sono d’accordo con quello che dici, anche sul fatto che alcuni percorsi per diventare Mental Coach non sono validi e senza pratica. Alcuni altri sono davvero validi e ti assicuro c’è veramente molta pratica concreta.
Il punto è che il bando non è stato limitato agli psicologi sportivi ( con master in psicologia sportiva ), ma a tutti quelli laureati in psicologia. Perciò penso che non sia stato fatto bene. Sarebbe più accettabile ( non condivisibile secondo quello che vedo tutti i giorni sui campi ) se avessero ristretto definitivamente il campo ai psicologi sportivi con esperienza.
Ma permettimi di dire che questa scelta della FIT è solo per non avere problemi e per fare 250,00€ a PMT.
In pratica:
Laureato in psicologia ( 0 pratica con lo sport, non c’è bisogno del master ) + 12 ore di corso in FIT ( 0 preatica ) = PMT ( preparatore mentale di tennis certificato FIT )
Io leggo in questo solo un modo per, avere la coscienza a posto, fare qualche € e non per alzare la qualità dei circoli.
Ecco la ragione del mio articolo!
Piccola chicca del bando ( ti invito a leggerlo )
Ti danno maggiori punti se:
– hai un’altra laurea
– già sei iscritto FIT con una carica di istruttore
– se hai qualche master ( non specificato in sport, magari in cura dell’anoressia ad esempio )
– Se hai partecipato a convegni FIT o del CONI
Nulla sull’esperienza con atleti o risultati concreti, non interessano a nessuno solo agli atleti ma chi se ne frega!
Ps dello sport
Ragazzi non diamo informazioni false e sbagliate anche noi, per favore, ci sono lauree dove all interno ci sono corsi di psicologia dello sport, di tecniche e strumenti pratici affini e applicabili, c è la possibilità di fare tesi su la psicologia dello sport, tesi sperimentali e pratiche, infine per l iscrizione all albo è obbligatorio un anno di tirocinio, che puoi fare nella psicologia dello sport, quindi, alla domande quante ore pratiche di sport nella laurea? La risposta è dipende.
Poi giustamente è stato detto che per essere psicologo dello sport bisogna fare dei corsi, master e poi sta alla voglia e interesse di ognuno continuare ad aggiornarsi e formarsi, come sarebbe auspicabile.
Quindi, quanti anni ci sono di parte pratiche del nostro percorso di studi? Se ti interessa la psicologia dello sport di certo più di 2, in più ho la base amplia, vedi la laurea 3+2,e conoscenze tali per affrontare questo percorso a testa alta, quindi ognuno parli della sua professione e non si permetta minimamente di commentare ciò che non sa e non compete. Grazie
Mauro Pepe
Penso sia l’ultimo commento che accetto senza una firma vera.
Ma se tu fossi davvero uno psicologo dello sport, perchè ti vergogni a firmarti?
Antonio Latella
Pepe, aggiungo.
Non so se ha figli o meno ma se suo figlio fosse malato lo porterebbe più volentieri da un pediatra con tanto di “certificato appeso al muro” o da un tizio che ha fatto qualche corso non accreditato qua e la ma con tante ore di pratica?
Mi risponda e capirà anche il motivo (comprensibile) della scelta della F.I.T.
Mauro Pepe
Giusto Antonio
se parliamo di malattia ci rivolgiamo al medico. Anche se personalmente io non pregiudico nulla. Alcune miei disturbi sono stati curati attraverso tecniche di medicina alternative con straordinario successo. Ma come prima scelta vado dal medico.
La facoltà di psicologia è concentrata su questo. Sull’attività clinica.
Io non tratto con malati, io faccio coaching ad atleti sani che vogliono imparare a gestire al meglio le loro emozioni e a essere maggiormente preparati mentalmente alle gare. In parole povere mi occupo di far performare maggiormente questi atleti SANI.
Io se mi rendo conto che c’è una patologia in atto ( e purtroppo mi è capitato ) ho consigliato di rivolgersi ad uno specialista.
Io non un mental coach sportivo non curo nessuno lo aiuto a raggiungere il top delle sue possibilità e aiuto a sviluppare la mentalità vincente
steafano
Siciologo, mentsl coach in diversi sport livelli olimpionici e mondiali, tenniste wta too 200. Master in psicologia dello sport. Presidente regionale psicologi professionali drll sport Domanda respinta da Fit. Fate voi…
Mauro Pepe
Ciao Stefano
questa è davvero interessante. E con quale motivazione???
Sergio
Quindi non va bene che la Fit metta vincoli sulla laurea però nessuno si scandalizza se ai sociologi siano aperti i master in psicologa dello sport?
Ah e forse è bene ricordare che i master a differenza della laurea tanto boicottata non hanno nessun valore accademico..e ci sono master e master..quelli certificati dall’ università che guarda caso ammettono solo i laureati, e quelli privati fra i quali possono essercene tanti di dubbio valore…
Irene Monicelli
Forse non è chiara una cosa: la pratica si fonda anche su conoscenze teoriche. Certo che nel corso universitario (a parte 1000 ore di tirocinio nei vari anni e post laurea obbligatorie per poter sostenere l’esame di stato, totale ore superiore a qualsiasi formazione in coaching teorica+pratica, ma ok, non consideriamole) non dà competenze pratiche, ma per trattare praticamente “il mentale” serve avere basi teoriche. Serve sapere (tanto per dire solo alcune cose perché ciò che tratta la psicologia è vastissimo) cosa sono emozioni, come funzionano, quali processi stanno alla base, sapere cosa succede nei diversi momenti della vita (lavora con una tennista adolescente, ci lavora come un adulto?e coi bambini?); bisogna saper valutare la situazione mentale e psicologica dell’atleta, operazione diagnostica che per legge è consentita solo a psicologi. Direi che il criterio laurea sia messo per scremare, chi ha e chi non ha queste basi, anche legali, per lavorare su certe materie. Poi sulla capacità e competenza personale tutti d’accordo sulla meritocrazia ma dopo aver bloccato chi con percorsi brevi cerca di bypassare l’unica strada che consente l’acquisizioni di importanti presupposti.
Mauro Pepe
Grazie Irene per il commento
ma ho già risposto più volte su questo argomento.
Per legge non si impara nulla. Si impara studiando e facendo molta pratica sul campo. La FIT accetta candidature di laureati in psicologia e non chi ha fatto la pratica o il master in psicologia dello sport
Irene Monicelli
Se non sono stata chiara io mi rispiego volentieri, ma credo sia evidente cosa c’è scritto e non è “si impara per legge”. Grazie comunque. Buon proseguimento.
Aldo
Ciao Mauro,
condivido pienamente quello che hai scritto e per esperienza personale ti confermo che nelle realtà sportive professionistiche o semiprofessionistiche internazionali funziona proprio come tu descrivi. Tutto il resto è noia come avrebbe detto il grande Califano!
Apprezzo il tuo sforzo di condividere il tuo pensiero e la tua esperienza, che so essere vasta, ma posso dirti per esperienza personale in questo tipo di diatribe, è tempo perso, non ne caverai un ragno dal buco. Ognuno è arroccato sulle sue posizioni a difesa del proprio fortino di argilla. Continua a lavorare bene come stai facendo, i fatti parleranno per te! Grazie
Mauro Pepe
Ciao Aldo grazie per il commento
Il mio obiettivo è anche quello del confronto. Io, con non poca difficoltà, ho creato un gruppo di colleghi ( tra mental coach e psicologi ) con i quali mi confronto su alcuni aspetti del lavoro per crescere insieme.
Lo so che all’estero non è come in Italia e funziona molto di più la meritocrazia dei risultati che le scartoffie attaccate ai muri, me lo raccontava uno psicologo dello sport, mio amico, in privato.
Mario umberti
E chi le ha detto che mi vergogno ? Non potrei essere arrabbiato, spaventato, insicuro ? Spero vivamente che con i suoi atleti non interpreti le loro emozioni senza chiedere loro come si sentono. Grazie davvero per aver sottolineato ancora una volta, involontariamente, una delle differenze tra psicologo e mental coach.
Ps le ho argomentato la falsità delle sue convinzioni, in merito a quello nessun riferimento eh
Mauro Pepe
Ciao Mario
grazie per esserti firmato. Ovviamente, e questo lo sai anche tu, che quello che hai scritto è solo una provocazione.
Ne lo psicologo bravo ne il mental coach non sta ad etichettare le emozioni. Io non posso valutare, e del resto non mi interessa, quello che stai provando. Ma volevo stimolarti a firmarti per rendere la comunicazione più reale
marco
Caro Mario Pepe, lei ha in parte ragione nel sostenere che una laurea in psicologia (che il sottoscritto possiede) non mette le persone nelle condizioni di lavorare. Tuttavia, se ben fatta, apre molti orizzonti che una formazione on-line o autodidatta non può aprire. Tanto per fare un es. immagino (non è il mio campo la psicologia sportiva) che un atleta viva e pratichi in un ambiente, compagni, allenatori, dirigenti e subisca le aspettative e le pressioni relative. Soprattutto ha una famiglia e se Lei avesse conoscenze in ambito sistemico saprebbe che un giovane non può che essere considerato una parte del suo sistema familiare ed esprimere tutti i portati di esso. Che sono di una complessità e di una forza che chi non si e’ mai occupato di sistemica non può neppure immaginare. Chi ha.una laurea forse si. Chi ha una formazione clinica di livello superiore certamente si. Un mental coach non saprei. Era solo un esempio. Ci sono molti altri punti che Lei non nomina neppure e che forse conosce o forse no..
Mauro Pepe
Ciao Marco
grazie per il tuo commento che reputo decisamente valido.
Sono perfettamente d’accordo con te sull’importanza dell’ambiente in cui opera l’atleta ( insieme di famiglia, scuola, amici, sport, ambiente sociale, ecc…). Infatti i mental coach preparati ( ovviamente non tutti lo sono ) nell’incontro preliminare con l’atleta se è maggiorenne o con un genitore e l’allenatore ( dove presente ) se è minorenne si occupa di valutare il quadro preciso della situazione ( a volte se ne rende conto davvero dopo alcune coaching ).
Vorrei inoltre farti presente che un mental coach valido legge molti libri di psicologia. Nella mia libreria il 30% dei libri relativi alla mia attività sono scritti da psicologi ( non ne ho il conto ma molto probabilmente ho letto e studiato oltre 200 libri tra psicologia, coaching, sport).
L’intento che ho non è quello di vedere chi è più preparato tra uno psicologo e un mental coach ( non è una gara, io collaboro con altri colleghi e alcuni sono psicologi), il mio intendo è denunciare un’azione commerciale della federazione italiana tennis che non si preoccupa di alzare la qualità del personale nei circoli ma che è motivata alla vendita dei minicorsi per diventare PMT per 250,00 e 2 giorni ( cosa posso imparare queste persone in così poco tempo???).
Io credo nella meritocrazia, e penso che debbano lavorare le persone più brave in un settore. E l’unico modo di valutare la bravura sono i risultati concreti, misurabili e pratici.
P.S.
Per la cronaca, già ci sono i primi casini dopo l’intervento di questi PMT. Molti genitori si stanno lamentando (mi hanno raccontato genitori di ragazzi che seguo in 3 circoli in 3 parti d’italia diverse ) e non vogliono che i loro figli parlino con loro. Purtroppo non facendo nessuna selezione sulle competenza concrete ci sarà la proliferazione di tuoi colleghi che non trovando altra occupazione e accettano di fare i PMT nei circoli.
Secondo te per pochi spiccioli ci andranno quelli bravi e molto richiesti o quelli non bravi e che non hanno alcuna esperienza???
marco carafoli
Sul fatto che tutti, non solo nel settore della salute e del benessere, vadano al massimo risparmio, non ci sono dubbi. Così come non ci sono dubbi sul fatto che questo ha creato e creerà enormi problemi e disagi. L’unica cosa da fare per chi ci tiene al proprio lavoro e alle persone che chiedono il suo aiuto e’ quella di mantenere alta la propria professionalità. Credo che alla lunga questo paghi e ripaghi. Nel tuo caso potrebbe giovare un lavoro di equipe con un esperto di sistemi che ti aiuti a leggere i contesti del tuo intervento e a gestire alcuni incontri significativi, penso, in particolare, a quelli con la famiglia del giovane atleta che tu poi seguirai sul campo. Ti assicuro che queste fasi non si apprendono sui testi. E’ necessario avere una esperienza molto specifica e approfondita. Un saluto. Marco
Mauro Pepe
Marco sono perfettamente d’accordo con te. Infatti per questo collaboro anche con altri specialisti nei campi a me affini ( tra i quali ci sono alcuni amici psicologi e psicoterapeuti ).
🙂
MARIALETIZIA PROIA
Io credo che il mental coach non sia una figura professionale riconosciuta nelle competenze quindi una federazione ha bisogno di avvalersi di una figura che abbia delle qualità professionali molto meno ambigue a livello formale e indipendenti da singoli centri di formazioni che non possono essere facilmente valutabili da loro come ente importante. Scelgono di avvalersi, quindi di psicologi che hanno una formazione quinquennale (e non biennale come i mental coach), certificata da un ordine specifico e ai quali danno una formazione di due giorni che è sufficiente per chi già ha acquisito una preparazione di base in psicologia. I docenti sono psicologi dello sport, che hanno competenze nel settore anche nel mental coaching. Credo che sia una scelta molto saggia che condivido pienamente, Dr.ssa Marialetizia Proia, Psicologa sportiva, Docente Master in Psicologia dello Sport Lumsa di Roma
MARIALETIZIA PROIA
Questo commento “molti genitori si stanno lamentando…” potresti argomentare meglio? E’ facile scrivere questo…
Mauro Pepe
Ovviamente non posso citare le persone altrimenti creerei dei casini. Questi genitori si sono confidati con me.
Se vuoi che ti racconti meglio la situazione dammi un tuo contatto telefonico e ci facciamo una bella chiacchierata. Sono felicissimo di confrontarmi con te!
Magari possiamo entrambi apprendere qualcosa dall’altro 🙂
MARIALETIZIA PROIA
Non voglio che mi racconti l’accaduto, dico solo che non si può generalizzare e questo non vale solo in questo settore. Anche io ho sentito parlar male di molti mental coach, non per questo scrivo su un post che tutti i mental coach lavorano male… veramente spicciolo come discorso non credi? Non vale la pena neanche di rispondere o di parlarne in effetti se questa è la argomentazione che proponi
Mauro Pepe
Attenzione, ti invito a rileggere il post e anche i commenti. Io serenamente non penso che i psicologi siano meglio perchè hanno una laurea ne penso che i mental coach siano meglio.
Conosco un sacco di pseudo mental coach, che hanno fatto un corso di PNL e pensano di poter fare questo lavoro.
Io penso che l’Italia continua a creare sempre nuovi gap ( nello sport in questo caso ) rispetto ad altri paesi dove il focus è la bravura e non la certificazione.
Ti faccio un esempio per farti capire. Il fatto che io sia laureato in Ingegneria non fa certo di me un ingegnere delle telecomunicazioni. Se un’azione da cerca una persona qualificata in questa materia sceglierebbe secondo te chi sa fare praticamente quello che gli serve o me che ho un laurea e non so fare nulla come ingegnere?
L’Italia resterà sempre un pezzo dietro se non adegua i percorsi di studio tradizionali alle conoscenze pratiche e moderne.
All’università, e questo lo sai anche meglio di me, i programmi sono vecchi, antiquati e le strategie studiate sono ormai superate
MARIALETIZIA PROIA
Rispondo a chi scrive che il mental coach legge molti libri anche rispetto agli psicologi. Anche molte persone leggono libri sulla medicina ma non sono medici. Non capisco come mai non si rivolgono a loro per farsi curare da una malattia
Mauro Pepe
Corretto Marialetizia
perfettamente d’accordo con te. Non è leggere libri che permette di acquisire competenze concrete.
Il libri sono un ottimo strumento per imparare la teoria (se i libri sono ben atti e spiegano le ULTIME E FUNZIONANTI strategie) ma per apprendere davvero è necessari la pratica.
Il mio articolo non è un attacco agli psicologi (penso di averlo scritto 100 volte finora 🙂 ), Ho molti amici e conoscenti laureati in psicologia e ci confrontiamo spesso.
Il mio articolo è rivolto alla FIT. Sono d’accordo con te che la FIT ha fatto una scelta di comodo. Meglio delegare le competenze ad un foglio di carta ( laurea ) che fare un esame dettagliato o valutare in base al curriculum vero ( la vita e i risultati concreti ).
Ovviamente questa scelta di comodo riempirà i circoli di persone con zero esperienza e che stanno facendo ( io giro molto per i circoli e seguo tennisti in tutta italia ) un po’ di formazione. Il mental coaching sportivo è tutta un’altra storia, infatti io seguo tennisti che mi contattano e che hanno questo PMT nel loro circolo, potrebbero rivolgersi a lui ma preferiscono me o altri Mental Coach preparati (alcuni psicologi altri no ) con anni di esperienza sul campo e che li possono aiutare concretamente a raggiungere i loro obiettivi.
E’ una questione di standard!
I tennisti che mi contattano hanno standard elevati e non si accontentano di un po’ di formazione, ma vogliono un lavoro personalizzato e finalizzato al raggiungimento di obiettivi concreti.
MARIALETIZIA PROIA
la fit ha fatto una scelta legale e di competenza, non di comodo. A me sembra non tanto un attacco agli psicologi (non c’è nulla da attaccare, siamo laureati, specializzati e con un albo professionale) quanto una mera voglia di creare caos su una situazione solo perchè si conosce poco
Mauro Pepe
A me non interessa creare caos, io sono tranquillo con i miei atleti che continuano ad ottenere grandi risultati. Loro sono contenti!
Varie società sportive e atleti professionisti e agonisti mi contattano perchè valutano i miei risultati e non i pezzi di carta. Ho una laurea e oltre 10 percorsi di formazione certificati, pensi che ogni volta che mi contatta qualcuno faccio vedere i miei titoli?
Ovviamente no!
Parlano con me vedono la competenze e vedono se posso aiutarli a raggiungere gli obiettivi che vogliono raggiungere.
Secondo te preferiscono un laureato a zero esperienza o un mental coach sportivo che solo negli ultimi tre anni ha fatto oltre 1500 ore di coaching individuali con atleti?
Comunque non mi va di fare polemica, mi piacerebbe far capire davvero che esistono Psicologi sportivi bravi e non bravi, esistono mental coach sportivi bravi e non bravi.
Buona vita e in bocca al lupo per il tuo lavoro 🙂
Margherita Iannucci
Buonasera, io sono una PMT di 2° grado, nonchè psicologa dello sport. E soprattutto, non sono psicoterapeuta.
Io credo che il percorso di PMT di 1° e di 2° grado sia stato impostato un po’ come le altre figure che affiancano il Maestro di tennis (istruttori e preparatori fisici). Più per dare un ordine, che una competenza e secondo me anche così va bene. Si creeranno delle selezioni “naturali” nel tempo.
Quello che mi importa dire è che non importa chi lavori con gli atleti, ma come.
L’atleta non deve essere trattato come un malato. E’ una persona che fa uno sport agonistico. Punto. Tutte le attenzioni saranno dirette alla formazione verso la consapevolezza: propriocettiva, cognitiva, emotiva ed alla loro gestione. Dall’imparare a conoscere il suo corpo, all’impararne i segnali; dal saper coordinare strategia e tecnica al saper gestire stress e ansia, non come patologie, ma come possibilità che una competizione o un allenamento richiedono. Sempre.
Infine, lo psicologo dello sport deve conoscere lo sport in cui opera, questo è imprescindibile. Il tennis è uno sport individuale difficilissimo e sapere quanto è difficile, perchè lo si è vissuto o perchè si è interessati
Poi, ognuno di noi ha una coscienza.
Buon lavoro a tutti
Mauro Pepe
Ciao Margherita
mi piace quello che scrivi, molto!
grazie del tuo commento
paolo
non capisco quale categoria difende, lei e’ un PMT di successo senza laurea in psicologia, quindi vorrebbe che tutti i PMT non fossero psicologi dello sport? l’esperienza si forma sul campo ma senza le basi teoriche tutto e’ piu’ difficile e complicato, percio’ che cosa la disturba nel fatto che la fit formi dei pmt partendo da chi possiede gia’ le basi teoriche? l’esperienza fara’ poi il resto.
Mauro Pepe
Ciao Paolo
io sono un Mental Coach non sono un PMT. Va bene che la Fit prenda gli psicologi sportivi, ce ne sono molti che sono preparati.
Quello che non mi piace è che si precluda questa strada a chi non ha la laurea in psicologia ma invece ha esperienza e competenza come mental coach e ha fatto un percorso di studi diverso. Se giri per i circoli di tennis o per le accademie trovi circoli pluristellati con il loro PMT (quasi sempre troppo giovani e quasi tutti senza esperienza di preparazione mentale con atleti) ma gli agonisti forti non vogliono il PMT e scelgono il mental coach fuori dal circolo.
Secondo te perchè?
Scelgono in base al titolo di studi o alla bravura?
Gli interessa qualcosa del titolo di studi o vogliono un professionista che gli insegni a gestire al meglio la parte mentale ed emotiva in uno sport così complesso?
Ho scritto questo articolo perchè la scelta non è utile ai ragazzi.
Io da parte mia continuo ad avere sempre più richieste, e come me altri mental coach preparati e che non sono PMT.